TORNARE A PROGETTARE
(di Massimiliano Bichel)
Mai come oggi si è reso evidente come gli spazi personali siano indispensabili e come il concetto del tornare a progettare sia tornato in auge.
Un rifugio dove isolarsi dagli altri, talvolta anche dalle persone più strette, perché alle volte si ha il bisogno di ascoltarsi e ritrovarsi.
La richiesta di abitazioni che ha caratterizzato gli ultimi 30 anni, la revisione degli standards minimi per poter costruire e l’avvento di soluzioni economiche ha fatto si che le abitazioni passassero dall’essere rifugio, nido dove crescere la propria famiglia, a luogo di disagio, convivenze forzate, malessere.
Spesso ci si trova a dover convivere con persone portatrici di culture radicalmente diverse dalle nostre e dove il concetto di rispetto sia stato dimenticato in qualche cassetto.
Credetemi le case mal progettate non solo amplificano questo genere di problematiche, ma spesso le creano.
Sicuramente qualcuno ci ha messo dell’ingegno per far saltare fuori quell’appartamento in più in fase di costruzione, oppure nel trasformare quella vecchia villetta in 4 appartamenti, perché si sa “tanto sono da affittare”. Ma basta un tubo mal posizionato, non opportunamente rivestito e tutti sapranno…tutto!
Gli esempi dei disagi provocati dall’economia di cantiere e dalla mal progettazione sono molteplici e sui quali non mi dilungo, ma gli effetti più rilevanti sono i dissidi, le scomodità, stress che si accumula e visto che ci ripetono sempre che l’italiano tende ad investire nel mattone, beh direi che sono anche un cattivo investimento.
Le case mal progettate e mal costruite invecchiano prima, hanno continui problemi da risolvere, sicuramente consumano di più e il conto finale, al termine del loro ciclo, sarà più salato.
Le buone idee non costano nulla, sono un investimento continuo e costante, sia mentre ci si vive sia nel caso in cui si andasse a modificarle o rivenderle.
Le buone scelte di solito hanno il vantaggio della modificabilità a basso costo, di aver previsto eventuali esigenze future; le cattive scelte, invece, spesso sono definitive o economicamente svantaggiose, foriere di innumerevoli problemi.
Oggi le soluzioni ci sono, ci sono i materiali e le competenze per poter risparmiare senza compromettere la funzione principale…sentirsi a casa non appena si varca la soglia di proprietà.
Avrei potuto dire la porta di casa ma volutamente ho detto “soglia di proprietà”, perché il sentirsi a casa deve partire dalle parti più esterne delle abitazioni, dai vialetti, i garage, i giardini.
Ci sono spazi che con qualche piccolo accorgimento possono trasformarsi in soddisfazioni personali, ci sono persone che si sono formate allo scopo di dare soluzioni e risposte a questo genere di esigenze e problematiche.
Quello che uno crede di risparmiare affidandosi a persone poco competenti o magari a parenti con professionalità presunta ed improvvisata, poi lo si pagherà essenzialmente con un senso di insoddisfazione, malumore, spreco di energie… Senza contare la frustrazione che si crea per colpa del legame di conoscenza e per colpa del quale non si riesce a dire effettivamente quello che si pensa della realizzazione del progetto.
Quando si realizza un progetto, lo si realizza insieme, nell’edilizia come nella vita, bisogna dialogare, esternare le proprie esigenze. Solo a quel punto il progettista competente saprà presentarvi le soluzioni idonee più compatibili.
Siamo di questo mondo, tutti abbiamo un budget di spesa con il quale dobbiamo confrontarci, l’esperienza però mi ha insegnato che spendere in alcune cose ha una resa notevolmente maggiore rispetto al loro costo, soprattutto in termini di soddisfazione.
Alcune spese mirate arrivano a caratterizzare un ambiente, a risaltarlo; altre invece potrebbero essere benissimo risparmiate. Ciò nonostante l’effetto finale sarà un wow ed ai vostri ospiti vi farà dire: “questa casa l’ho progettata e realizzata io, insieme al mio Architetto”.
