IL GIARDINO INTERNO…UNA STANZA A CIELO APERTO
(di Massimiliano Bichel e Alessandra D’Assié)
A seguito di viaggi in diversi paesi del mondo, quali ad esempio il Giappone, abbiamo avuto modo di riflettere su un diverso approccio alla costruzione e sul focus attorno al quale ruota la casa ed in particolare al giardino interno.
Avete mai pensato perché spesso gli occhi del viaggiatore riescono ad andare oltre, nel profondo, e cogliere l’essenza delle cose?
Probabilmente risulta più facile comprendere la profondità delle architetture distanti da noi, e attraverso loro anche delle persone e delle culture che le hanno concepite.
Un’ altra risposta potrebbe essere perché la prospettiva, la distanza, ci fanno capire meglio le scelte architettoniche altrui.
Arrivando in un paese straniero, con gli occhi e l’umiltà di cercare di capire tradizioni spesso millenarie, si può entrare intimamente in contatto con le scelte che hanno portato a privilegiare determinate soluzioni.
In Italia le abitazioni sono estroverse, funzionano in dialogo con l’esterno, attraverso il gioco di finestre c’è un continuo scambio osmotico dall’interno verso l’esterno.
Il valore di un immobile è influenzato in primis dalla “posizione”, ma subito dopo dalla “vista panoramica”, dove si affaccia; la relazione con l’esterno è imprescindibile, il focus è poter vedere cosa succede fuori.
Dovendo descriverla con una forza, questa sarebbe inevitabilmente centrifuga.
Immaginare un’abitazione senza finestre esterne, da noi risulta inconcepibile… da noi.
In Giappone ad esempio la concezione di casa ha quasi sempre un temperamento introverso, rivolta a ricercare una dimensione interna, a convogliare tutte le energie esterne in una forza centripeta.
Raramente gli edifici funzionano attraverso una relazione con la città, siano esse architetture tradizionali od opere contemporanee come ad esempio quelle concepite dall’architetto e premio Pritzker Kazujo Sejima.
Non è inusuale trovare edifici residenziali senza finestre, intese nel senso classico del termine, tutta l’attenzione è rivolta al “privato”.
In Giappone più che mai lo spazio può considerarsi un lusso, questa interiorità può essere sia uno scorcio di cielo esclusivo, sia un piccolo giardino interno, inteso qui come una stanza a cielo aperto, magari zen.
Sicuramente zen è lo spazio della casa che vi si affaccia, rivolto alla meditazione ed al silenzio, progettati più per la contemplazione e la meditazione, che per un compiacimento estetico, il quale non di rado arriva di conseguenza.
Il concetto di armonia permea qualsiasi scelta.
L’abbiamo sentito tutti, durante il lockdown, quel silenzio surreale.
Dopo un primo momento di sbigottimento hanno iniziato a riemergere i suoni …non parliamo del vicino che metteva a palla la discografia di Albano… ma i rumori della terra.
Si poteva percepire il ronzio di un’ape sul balcone, il cinguettio degli uccelli o una macchina che passava sull’autostrada a 2 km di distanza.
Il cervello si abitua, naturalmente si adatta e tende a non dare importanza alle frequenze di disturbo costanti; non gli da importanza, non le elimina però!
Queste frequenze ci lavorano inconsciamente e continuamente, ci consumano.
Il mondo che ci circonda è diventato molto affollato, tutti i produttori di beni hanno reparti di ricerca in cui il principale obiettivo è ridurre i decibel, l’esigenza è palpabile e i vantaggi non si limitano al suono o alle vibrazioni.
Spesso infatti l’abbattimento del suono corrisponde anche ad un risparmio energetico ed economico, magari non immediato in fase di acquisto, ma nel medio periodo il vantaggio è sicuro.
L’avevano capito già in epoca romana, il fatto che si poteva far ruotare il focus della casa attorno al giardino.
Progettare la casa attorno ad un giardino presenta innumerevoli vantaggi.
Il più immediato è avere un giardino privato, poco soggetto alle intemperie e dunque costruibile a proprio piacimento con la maggior parte delle piante in commercio, un giardino sicuro dove nessun estraneo può interagire con chi lo vive, che siano bambini che giocano, animali che sonnecchiano o adulti che prendono il sole.
I suoni della città per loro natura, rimbalzando sulle superfici, tendono a propagarsi perlopiù verso l’alto.
Isolando il perimetro esterno della casa, una volta all’interno, si percepirà subito quella frenata verso un ritmo di vita normale ed anche nella grande città si potrà provare la sensazione di guardare un cielo azzurro, nella calma, immersi nel verde ed a piedi nudi.
La luce risulterà sempre perfetta, perché studiata.
A qualsiasi ora del giorno e della notte si genereranno sempre dei fantastici giochi di luce, in costante mutamento e sarà cosi, che ad esempio quella pianta di acero (acer palmatum), durante il giorno, colori una stanza di riflessi rossastri, mentre la notte, proietti all’interno della stessa un bosco surreale, fatto di ombre, di geometrie che ondeggiano e si fondono con l’arredamento.
Chiaramente lascio a voi le considerazioni sul cosa si possa ottenere inserendo uno specchio d’acqua; che sia uno stagno, un idromassaggio o una piscina sarà un trionfo di riflessi dinamici.
Ciò che a lavoro finito sembrerà la natura al suo meglio sarà frutto di un meticoloso lavoro di accostamenti, sia dei materiali, sia delle geometrie delle piante, con un occhio attento al ciclo vitale delle stesse, prevedendone e limitandone la manutenzione e soprattutto gli allergeni.
In sostanza chi sceglie di optare per soluzioni di questo tipo, ha deciso che se vuole può guardare all’esterno ma che è molto meglio guardare e guardarSi all’interno.
Alcune volte ci precludiamo delle soluzioni perché non le sappiamo immaginare o le riteniamo irrealizzabili, spesso il limite è la nostra stessa fantasia.
Affidatevi a noi e faremo in modo che l’apparentemente impossibile…diventi possibile!